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Lucera protagonista in un convegno internazionale dal 16 al 18 Maggio

Lucera, città di storia; Lucera, città d’arte; Lucera, caposaldo della Daunia antica, roccaforte del mondo romano, emblema della forza dirompente di Federico II e della cristianità angioina.

Lucera, legata alla storia di Roma, sembra esserne la gemella, quasi una sua città doppia: nella loro fondazione, sono state entrambe “partorite” dal mito degli eroi dell’Iliade, figlie nate da quell’ideologia che legittima un potere in grado di governare il mondo.

Lucera, più volte distrutta, più volte rinata; più volte colpita nella sua gente, ora sterminata, ora dispersa: piegata, ma non spezzata; sconfitta nelle sue battaglie, ma mai vinta nella sua guerra, pronta a rialzarsi, pronta a ricostruire, pronta a ripopolarsi di nuova “gente”: colonizzata dalla gens Claudia, colonizzata dai veterani di Pompeo, colonizzata dai veterani di Augusto; e, ancora più avanti nel tempo, diventa colonia di Saraceni di Sicilia, città musulmana nel cuore dell’Italia ed, infine, città provenzale nel cuore della ritrovata cristianità. Ma le tracce di questo suo ultimo “mondo antico” sono ancora lì a parlarci degli uomini che l’hanno vissuto.

L’antica Luceria non esiste più: è una città invisibile, subliminale, non la vediamo ma ne percepiamo la sua presenza quotidianamente: nelle sue strade; qua e là, in un’epigrafe murata nei palazzi Ottocenteschi; nel cortile del Palazzo di Città, fiero e maestoso, ruggisce un leone funerario. Nel vessillo della Municipalità, sorretto dal medesimo leone, si legge S.P.Q.L. Il Senato ed il Popolo Lucerino. Ma anche nei momenti di svago, all’interno dei giardini pubblici, una statua di Augusto di “Prima Porta”, muto testimone dell’ antica fierezza di Lucera, sebbene mutilo delle dita della mano, ci sembra indicare la via verso il Foro.

Luceria si conosce attraverso  quei “pezzi” di città che, soprattutto in passato, venivano alla luce ogniqualvolta si apriva uno scavo: si scoprivano così, casualmente, porzioni di mura, una strada acciottolata con i segni delle ruote di carri, dei pregiati pavimenti musivi, delle statue, tantissime lucerne, ma anche ceramica vascolare e depositi di ex voto. Così, sulla pianta della città si segnava il luogo dove sorgeva un tempio, o quello delle terme, la strada verso il foro, una necropoli. Si ricostruiva così l’antica città romana, ricomponendola pezzo per pezzo, come in un puzzle.

Gli scavi sistematici del secolo scorso, l’abbondante letteratura degli storici e degli archeologici, il rinato Museo di Archeologia Urbana “Fiorelli”, ribadiscono l’antica gloria e fierezza di della città, che oggi diviene protagonista nel Convegno Internazionale che si terrà a Roma dal 16 al 18 maggio presso la sede dell’Istituto Storico Germanico di Roma in collaborazione con diversi organi internazionali tra cui l’ISG di Parigi, l’Orient-Institut di Beirut, il Centro per gli Studi di Bochum, il Cluster di ricerca Treviri-Magonza-Gerusalemme e l’Università degli Studi di Foggia. Proprio questa importante e antica istituzione, la stessa che agli inizi del secolo scorso, finanziò gli studi (e i viaggi) di Arthur Haseloff sull’architettura sveva in Italia meridionale, ha avviato in questi ultimi anni un interessante progetto di ricerca intitolato “Cristiani e Musulmani in Capitanata nel XIII secolo”, che ci riguarda in prima persona, che vede come protagonista Lucera Musulmana.

Ancor prima dell’avvio del criticatissimo progetto “Terre e Torri del Puer Apulie” e degli scavi della Soprintendenza all’interno dei casoni angioini, l’Istituto Storico Germanico aveva effettuato indagini geomagnetiche all’interno della Fortezza Svevo-Angioina, rivelando un’ articolata cittadella che attende oggi di essere scavata. Inoltre, gli studiosi tedeschi diretti dal prof. Michael Matheus e dal prof. Lukas Clemens dell’Università di Treviri, hanno ampliato la loro attenzione anche su Tertiveri, oggi piccolo borgo rurale dell’agro di Biccari a circa 15 Km da Lucera, sito interessato dallo scavo archeologico effettuato lo scorso anno. Tertiveri è legata alla storia della Lucera Saracenorum poiché divenne feudo di un dignitario saraceno di Lucera, Abd-el-Aziz. Di quell’antico feudo saraceno resta solo la muta e diruta testimonianza di una torre, squarciata dall’incuria e dal tempo…

Anna Castellaneta

Indagini Georadar dell’Istituto Storico Germanico di Roma in collaborazione con l’Università di Treviri

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