Ecotium 2011 - Salvatore Settis: il paesaggio come bene culturale
News & Eventi

Ecotium 2011 – Salvatore Settis: il paesaggio come bene culturale

Il secondo incontro di ECOTIUM 2011, tenutosi a Troia sabato 10 dicembre, ha avuto un altro ospite d’eccezione: il Prof. Salvatore Settis.

Dopo Don Luigi Ciotti, il Distretto Culturale DAUNIA VETUS ha regalato alla nostra provincia la possibilità di ascoltare e confrontarsi con uno dei maggiori esponenti italiani della cultura.

Archeologo e storico dell’arte, prima Direttore Getty Center for the History of Art and the Humanities di Los Angeles, della Scuola Normale di Pisa e membro del Comitato Scientifico dell’European Research Council, poi docente al Prado di Madrid, attualmente Presidente del Consiglio Scientifico del Louvre di Parigi e fino al 2009 Presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali, Salvatore Settis è autore, tra gli altri, del libro edito da Einaudi nel 2010 “Paesaggio Costituzione Cemento”.

Un testo divenuto sacro per l’importanza del tema affrontato: lottare con responsabilità contro il degrado civile che sta distruggendo l’ambiente in cui viviamo.

Un tema etico che pone al centro del discorso il cittadino quale detentore della più alta dignità socio-culturale, laddove la politica mostra totale disinteresse nei confronti della tutela e della conservazione del paesaggio.

Immagine della serata

“Il paesaggio è lo specchio della società in cui viviamo”, sottolinea Settis, “una società in cui è iniziata la battaglia contro quell’1% della popolazione che sta distruggendo tutto ciò che il 99% ha il dovere di preservare”.

La lotta di cui si parla è quella contro il consumo del territorio che favorisce la speculazione e l’abusivismo edilizio: “Berenson diceva che l’Italia sarebbe rimasta bella fino a quando sarebbe stata povera”, continua il Professore, “infatti da quando siamo diventati una potenza economica è iniziato il nostro declino paesaggistico e ambientale”.

Dagli anni ’50 ad oggi l’incremento dell’attività edilizia si aggira spaventosamente attorno al 500%, ogni giorno 161 ettari di terreno sono cementificati sacrificando campi per le colture e spazi verdi.

Attualmente in Italia ci sono circa 2 milioni di appartamenti invenduti, non ci sono incentivi per il riuso di strutture già esistenti e il degrado istituzionale regna sovrano anche nel settore delle energie rinnovabili: se è vero che siamo i primi per quantità di incentivi volti alla costruzione di impianti fotovoltaici e parchi eolici è anche vero che siamo gli ultimi in materia di investimenti sulla ricerca per lo studio dell’impatto ambientale e dello smaltimento di tali strutture.

Evidentemente il 99% della popolazione si ciba degli errori, delle omissioni e delle menzogne che l’1% ci offre quotidianamente su un piatto d’argento.

Questi dati devono farci riflettere: “Il paesaggio lo creiamo noi, non è una semplice veduta ma il luogo in cui viviamo. E’ necessario de-esteticizzare il paesaggio per comprenderne la vera natura”.

Infatti Settis ha scelto, emblematicamente, come copertina del suo libro l’immagine di un paesaggio che se capovolta si rivela essere il volto di un uomo barbuto (il richiamo all’arte di Arcimboldo è palese).

Infine un breve excursus sulle principali tappe che hanno portato alla definizione, nel diritto italiano, delle norme in difesa della tutela del bene pubblico: dalla Legge Rava del 1909, alla Legge Croce del 1920, dalla Legge Bottai del 1939 all’art. 9 della Costituzione Italiana, i cui fondatori furono Concetto Marchesi e Aldo Moro, che dispone: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.

Una lezione pregnante e densa di significato, quella del Prof. Settis che ha l’intento di spronare gli animi dei cittadini ad assumersi le proprie responsabilità e combattere senza sosta contro la distruzione del nostro patrimonio ambientale, monumentale e culturale perché non bisogna dimenticare che la Natura oltre ad essere una madre benevola, può diventare anche una matrigna spietata.

 

A COLLOQUIO CON SALVATORE SETTIS IN VISITA A LUCERA

Domenica 11 dicembre il Prof. Salvatore Settis ha visitato il centro storico e i principali monumenti di Lucera.

Lo abbiamo accompagnato nella sua passeggiata per carpire impressioni e suggerimenti riguardo lo “stato di salute” del patrimonio storico-artistico della nostra città.

Se il tessuto urbano del centro storico gode di un discreto stato di conservazione, Settis ha espresso una certa perplessità nel visitare il Museo Fiorelli e l’interno della Fortezza Svevo-Angioina e dell’Anfiteatro Romano.

Il Museo, riaperto nel 2009 dopo 6 anni di restauri, attualmente non è ancora stato completamente riallestito.

Il pregio dei reperti esposti ha attirato l’attenzione del Professore ma molte sono state le incongruenze riscontrate soprattutto per le datazioni presenti nelle didascalie e la mancanza di dati documentati e pubblicati.

“Una mente pensante supportata da un preparato gruppo di esperti, magari giovani laureati provenienti dall’Università di Foggia, potrebbero fare un ottimo lavoro per valorizzare questo inestimabile patrimonio ”.

Per Settis è stato un gradito regalo poter ammirare la vastità e la maestosità della Fortezza e dell’Anfiteatro, mai visitati in passato.

Riguardo le problematiche legate al famigerato Progetto Terre e torri del Puer Apuliae, anche il Professore ha espresso parere contrario sottolineando l’importanza di impiegare eventuali finanziamenti in primis per il recupero delle mura di cinta e in secundis per un’approfondita campagna di scavo: “La conoscenza è il primo passo per salvaguardare tutto quello che la storia ci ha tramandato, solo in seguito si potrà decidere come rendere fruibile il bene. In questo caso, propendere per la creazione di un parco archeologico sarebbe la scelta migliore”.

La Cattedrale e il Museo Diocesano restano dei fiori all’occhiello e agli occhi di Settis non sfuggono due particolari iconografie sulle quali si potrebbero approfondire gli studi: la pala presente in Cattedrale di Girolamo Santacroce e la Virgo Lactans posta nel Salone di Rappresentanza all’interno del Palazzo Vescovile.

“Lucera ha davvero molto da offrire. I giovani, attraverso le associazioni, non devono smettere di impegnarsi per salvaguardare, valorizzare e promuovere queste bellezze che attendono solo di essere riscoperte e riacquistare in questo modo la loro dignità”.

Un altro contributo autorevole a sostegno di chi crede fermamente che la battaglia contro il degrado civile e culturale è appena iniziata!

Eleonora Zaccaria

Contributi Fotografici di SERENA CHECCHIA

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.